Vini di Romagna: caratteristiche e particolarità | Leonardo Da Vinci

Vini romagnoli: caratteristiche e particolarità

Vini romagnoli: caratteristiche e particolarità
La Romagna è una regione definita da confini sentimentali più che amministrativi: a separarla dall’Emilia sono le tradizioni, il dialetto, la storia, l’indole degli abitanti e certamente l’enogastronomia. Ad unirla, quel trattino che rappresenta una regione laboriosa, accogliente, creativa, che vanta eccellenze enologiche e gastronomiche famose in tutto il mondo. La viticoltura romagnola è una pratica molto antica, e il territorio – ricompreso tra il Mare Adriatico e l’appennino Tosco-romagnolo – da sempre si presta alla coltivazione della vite. Se n’era accorto anche Leonardo da Vinci che, durante il suo viaggio in Romagna dell’estate del 1502, appuntò in uno dei suoi taccuini le “Uve portate a Cesena”, ossia un disegno che riportava lo speciale metodo di appendimento delle uve che lo aveva particolarmente colpito, evidenziando l’ingegnosità dei romagnoli. Da qui nasce il Sangiovese Appassimento “Uve portate a Cesena della nostra collezione 1502 Da Vinci in Romagna.

Le denominazioni di Romagna

Le peculiarità del terreno e l’attitudine agronomica di questa porzione di regione hanno dato origine a una serie di vini tipici romagnoli con precise caratteristiche e spiccata identità. I migliori vini romagnoli sono quelli tutelati dal Consorzio Vini di Romagna che nel 2011 ha approvato il disciplinare di produzione “Romagna” che accorpa tutte le denominazioni. La DOC Romagna riunisce i cinque disciplinari di produzione del Sangiovese, Trebbiano, Cagnina, Pagadebit e Romagna Albana Spumante. A questa si aggiungono il Romagna Albana DOCG e la DOC Colli di Faenza.

I vini romagnoli rossi

Il re dei vini rossi romagnoli è sicuramente il Sangiovese, il vino più tipico della Romagna le cui uve provengono esclusivamente dal vitigno Sangiovese, il più diffuso a livello nazionale. Accanto a vini diffusi come il Sangiovese, in Romagna esistono piccole produzioni recuperate dalle affascinanti storie enologiche, come il Bursôn o il Centesimino, entrambi autoctoni che si producono in aree circoscritte della Romagna.

I vini romagnoli bianchi

Tra i vini bianchi romagnoli l’Albana è certamente il più rappresentativo, inoltre è stato il primo vino bianco italiano ad avere ottenuto la DOCG nel 1987. Si tratta di un vitigno di origini antichissime, coltivato in Romagna sin dal tempo dei romani. Se fino a qualche anno fa l’Albana era vinificato dolce, oggi dà vita a diverse versioni di vino: secco, amabile, dolce, passito e spumante. Altri vini bianchi molto diffusi sono il Trebbiano e il Pagadebit, che deve il suo nome (in dialetto romagnolo, che significa “paga i debiti”) al fatto di essere molto fertile e produttivo per cui i contadini riuscivano a farlo fruttare saldando ogni debito contratto.

Quel che cresce insieme sta bene insieme e, di conseguenza, i vini romagnoli si sposano perfettamente alla cucina locale e ai prodotti tipici di questa terra piena di biodiversità e territori diversi e pieni di fascino.