Le denominazioni di Romagna
Le peculiarità del terreno e l’attitudine agronomica di questa porzione di regione hanno dato origine a una serie di vini tipici romagnoli con precise caratteristiche e spiccata identità. I migliori vini romagnoli sono quelli tutelati dal Consorzio Vini di Romagna che nel 2011 ha approvato il disciplinare di produzione “Romagna” che accorpa tutte le denominazioni. La DOC Romagna riunisce i cinque disciplinari di produzione del Sangiovese, Trebbiano, Cagnina, Pagadebit e Romagna Albana Spumante. A questa si aggiungono il Romagna Albana DOCG e la DOC Colli di Faenza.
I vini romagnoli rossi
Il re dei vini rossi romagnoli è sicuramente il Sangiovese, il vino più tipico della Romagna le cui uve provengono esclusivamente dal vitigno Sangiovese, il più diffuso a livello nazionale. Accanto a vini diffusi come il Sangiovese, in Romagna esistono piccole produzioni recuperate dalle affascinanti storie enologiche, come il Bursôn o il Centesimino, entrambi autoctoni che si producono in aree circoscritte della Romagna.
I vini romagnoli bianchi
Tra i vini bianchi romagnoli l’Albana è certamente il più rappresentativo, inoltre è stato il primo vino bianco italiano ad avere ottenuto la DOCG nel 1987. Si tratta di un vitigno di origini antichissime, coltivato in Romagna sin dal tempo dei romani. Se fino a qualche anno fa l’Albana era vinificato dolce, oggi dà vita a diverse versioni di vino: secco, amabile, dolce, passito e spumante. Altri vini bianchi molto diffusi sono il Trebbiano e il Pagadebit, che deve il suo nome (in dialetto romagnolo, che significa “paga i debiti”) al fatto di essere molto fertile e produttivo per cui i contadini riuscivano a farlo fruttare saldando ogni debito contratto.
Quel che cresce insieme sta bene insieme e, di conseguenza, i vini romagnoli si sposano perfettamente alla cucina locale e ai prodotti tipici di questa terra piena di biodiversità e territori diversi e pieni di fascino.