Il dipinto “Dama con l’ermellino” di Leonardo da Vinci è uno dei grandi capolavori pittorici del Genio,
simbolo dello straordinario livello artistico raggiunto da Leonardo durante il suo primo soggiorno a Milano, tra il 1482 e il 1499. Si tratta di un olio su tavola (circa 54×40 cm) databile attorno al 1488 e il 1490, parte della collezione privata dei principi Czartoryski fino al 2016, successivamente esposto al Museo Nazionale di Cracovia sino al 2019, anno in cui torna al Museo Czartoryski, uno dei maggiori musei della Polonia.
Enigmi e segreti dietro al dipinto di Leonardo
Gli esperti leonardisti si sono interrogati a lungo sull’identità della giovane donna raffigurata nel dipinto e, cosa alquanto particolare, sul perché stringa tra le braccia un ermellino.
Ebbene, pare che l’opera si ricolleghi a Cecilia Gallerani, nobile colta e di intelletto acuto, nonché l’amante di Ludovico Maria Sforza, detto “Il Moro”, reggente del Ducato di Milano durante il periodo rinascimentale. Ludovico Il Moro fu un rinomato mecenate per tanti talentuosi artisti della sua epoca, fra cui appunto Leonardo da Vinci (a cui commissionò l’Ultima Cena).
Ma perché l’ermellino, vi starete chiedendo? Ebbene, il Duca di Milano nel 1488 ricevette il prestigioso titolo onorifico di Cavaliere dell’Ordine dell’Ermellino dal re di Napoli, Ferdinando I di Aragona. Una simbologia tutt’altro che sottile, se si pensa che in greco l’ermellino si chiama “galè” e la sua presenza nel dipinto ricollegherebbe quindi l’indizio al cognome della fanciulla.
Che cosa rende la Dama con l’Ermellino un capolavoro di Leonardo?
Al di là della posa inusuale della fanciulla (una novità per la tradizione del ritratto lombardo, rappresentato principalmente di profilo), la mirabile maestria del Genio sta nella minuzia dei dettagli nell’acconciatura, nei costumi tipici della corte sforzesca, ma soprattutto nella sottile comunanza di tratti fra la dama e l’ermellino. Due figure slanciate ed eteree: lei dalla carnagione diafana, l’animale dal manto luminoso; gli sguardi intensi e enigmatici, entrambi volti nella stessa direzione.
Grande rilievo è dato al movimento della mano, in primo piano e inondata di luce mentre accarezza l’animale con le dita affusolate, a sottolineare la grazia e la purezza di Cecilia, allora sedicenne, mentre un impercettibile sorriso aleggia sulle labbra della giovane: lo stesso che possiamo osservare nel San Giovanni Battista e nella Gioconda.
Il Pinot Grigio Dama con l’Ermellino e la grazia dell’omonimo dipinto
L’opera di Leonardo da Vinci “Dama con l’ermellino” racconta al mondo intero i virtuosismi del Genio e l’eleganza del Rinascimento, il tutto racchiuso in una rappresentazione di grazia e finezza. Così come l’ermellino e la fanciulla si identificano su tratti comuni, anche il Pinot Grigio Dama con l’ermellino di Cantine Leonardo da Vinci vuole rimarcare la raffinatezza del dipinto, omaggiando il Genio di Leonardo e la sua vita, intesa come un’infinita avventura fra arte, scienza e natura.
Avvolgente, come il tocco della Dama. Fresco, come il suo aspetto slanciato e fuori dal tempo. Intrigante, come il suo fascino luminoso che si rinnova a ogni sguardo, a ogni sorso. Questo vino Pinot Grigio è un privilegio da ammirare e gustare dal vivo.